di Luca Priami
Perché, dico io? Ci sono un sacco di altre città al mondo, sicuramente più belle e più vicine, perché andare a La Paz?
Ho viaggiato parecchio in vita mia e tra tutti i posti che ho visitato la capitale boliviana è stato l’unico dove non vedevo l’ora di andarmene via, ogni minuto passato lì era un minuto di troppo, mi pento pure di averci messo piede.
Onestamente non vedo ragioni per doverci andare di proposito, se non obbligati. Cose così: vi imbattete per caso nella vostra anima gemella, è subito colpo di fulmine. Dopo un rapido gioco di sguardi questa si avvicina mentre voi la fissate con occhi di triglia e vi sussurra nell’orecchio:
“Vediamoci sabato sera, alle 20:30, a La Paz”. E se ne va.
Voi sudando inizierete a googlare cosa è La Paz e con disappunto scoprirete che A), non è una balera di latinoamericano, B) per fortuna non è nemmeno la casa di riposo dove avete parcheggiato vostra nonna.
Ad ogni modo vorrete fare gli splendidi e prenoterete un volo diretto Casa Vostra – La Paz.
Scesi dalle scalette dell’aereo farete cinque passi e vi fermerete ansimando. “Sarà sicuramente il jet lag, o qualcosa che ho mangiato”. Cazzate, siete passati da zero a tremilaseicento metri di altitudine senza tappe intermedie e ora sono affari vostri. Nelle ore seguenti soffrirete di emicranie, tachicardia, forse nausee e quasi sicuramente epistassi (sangue dal naso. Qui siamo acculturati e usiamo termini tecnici). Questo è il soroche, il mal di altura.
Ma rallegratevi, perché non è finita qui! Oltre alla mancanza di ossigeno, La Paz ha la piacevole caratteristica di essere tutta un saliscendi quindi quando andrete in giro per la città vi fermerete spesso a riprendere fiato perché vi stancherete in maniera piuttosto rapida. E qui viene il bello! Il vasto parco auto cittadino è composto quasi interamente da veicoli che in Italia sarebbe probabilmente illegale tenere pure spenti, mezzi cacafumo che appestano l’aria ad ogni ripartenza da uno stop o da un semaforo. E magari la Volkswagen ha pure fatto dei test qui, tanto chi se ne sarebbe accorto?
Quindi immaginatevi fermi, con le mani sui fianchi mentre boccheggiate e volete prendere quel bel respirone per incamerare un po’ di aria e ingurgitate una boccata di merda gassosa che andrà a colorarvi i polmoni.
Imprecherete qualsiasi cosa e alzerete lo sguardo al cielo in segno di sfida, per poi deprimervi ancora di più quando vi accorgerete che La Paz è una conca e attorno a voi vedrete solo favelas. Immaginatevela fatta come l’inferno dantesco: in fondo, dove stava Lucifero, c’è il centro città, mentre i gironi infernali sono le favelas che si spandono sui pendii montuosi tutti intorno. Oh, ma io ve l’avevo detto eh!
Ad ogni modo ormai siete lì, volete passare una notte porcellosa con la vostra anima gemella di cui nemmeno sapete il nome, e a questo punto non vi resta che trovare il luogo adatto dove finalmente consumare.
Sicuramente spenderete pochissimo, dato che la Bolivia è una nazione estremamente povera, però a meno che non vogliate un’esperienza degna di Bear Grylls, io eviterei questi posti:
Hotel El Retorno
Come vi sto dicendo dall’inizio, perché andare a La Paz? Ma soprattutto, se ci siete già stati, perché tornarci?
Un solo commento per questa struttura, abbastanza chiaro: “NO retorno!”
Casa Terrazzo B&B
Quando vagando per siti di recensioni vi imbattete in uno dove l’unica foto pubblicata è quella dello spazzolone del cesso avvolto in carta igienica con accanto delle mutande sporche che, a detta del cliente, erano già lì quando è entrato, pensate sempre sia una buona idea prenotare?
Alexander Palace Hotel
“Il nome del posto dovrebbe essere Alexander Palace Discoteque”
Immaginatevi di voler riposare in un albergo dove tre piani su quattro sono circondati da una discoteca e una hall per conferenze dove fanno karaoke, senza alcun isolamento acustico. A meno che non siate animali notturni, scordatevi di chiudere occhio prima delle 6 del mattino. E del WiFi di gratis c’è solo la scritta alla reception.
Hotel Pando
“Mi hanno venduto la password del WiFi”
“Hotel orribile”
Qui troviamo un tizio che fa la cresta sul WiFi gratis facendosi pagare per dare la password e delle stanze buie, vista cortile adibito a discarica, con acqua della doccia quasi assente, porte dei bagni che non si chiudono e vetri rotti. Ma tutto questo passa in secondo piano dopo una bella colazione! E non è questo il caso, dato che sembra faccia schifo pure quella, tra le altre cose.
Hosteria Blanquita
“Personale scortese, non affatto gentile!!”
“Gestione pessima, trattamento scortese”
“HOSTERIA BLANQUITA CI HA RUBATO 1.000 BOLIVIANOS E CI HANNO CORROTTO PER NON DIRLO ALLA POLIZIA”
Questa mi piace. Prima freghi a dei clienti 1.000 bolivianos (130€ circa al cambio attuale) poi ne offri loro 200 per far sì che non lo dicano alla polizia. Un utile di 800 bolivianos e i clienti almeno hanno riavuto qualcosa, quindi contenti tutti, no?
Pare che non ci sia mai nessuno alla reception se non quando non ci sono i clienti, così possono frugare nei bagagli. Sporco all’inverosimile, se esci la sera non rientri più fino al giorno dopo perché ovviamente se non c’è nessuno alla reception, chi ti apre? Completa il quadro la completa scortesia (ma va’?) e la totale mancanza di qualsiasi servizio basilare, a partire dagli asciugamani